A volte, staccare dal ritmo quotidiano serve a trovare nuove #idee e i momenti di calma adatti a ripercorrere le proprie scelte.
Da dove parte un progetto? Cosa ha spinto alla sua creazione? Che cosa lo ha condotto fino a qui?
#100storieper100giorni è la nuova spinta creativa per recuperare l’identità profonda di Generalmente: quella che parte da Lara. Un progetto editoriale e una Challenge iniziata su Instagram il 13 luglio, alla data dei miei 28 anni.
Ricominciare dal Principio
Scampato il pericolo del Club 27 e reduce dal viaggio in Canada, mi trovo a fare i conti in vista del primo compleanno di Generalmente, il prossimo 1° settembre.
Viene spontaneo ripensare a cosa mi ha spinto, nel 2015, a fare il punto delle mie competenze per crearmi un lavoro, ancor prima di decidermi per la libera professione – una scelta che all’epoca sembrava perfino impossibile.
Il principio cardine di chi sono, o meglio di chi vorrei essere, è uno e molteplice: la scrittura, in particolare nella dimensione del racconto. Due fattori dello stesso insieme sui quali sento di aver perso un po’ la presa, da quando mi sono concentrata sulla produttività. Eppure, tutto è nato da qui.
Essere efficienti è sicuramente importante per avere successo nei propri progetti, ma se manca la motivazione e si perdono di vista gli obiettivi, l’efficienza e l’efficacia nel lavoro decadono in fretta.
C’è chi isola completamente la matrice “passionale” dalla propria professione, mantenendola isolata dall’ambito personale. Io mi sono resa conto di non poter scindere completamente le due cose.
Leggasi: per poter lavorare bene, devo fare qualcosa in cui credo, raccontare di persone e cose che comunichino valore. In fondo, è il principio da cui Generalmente è partito, insieme al fascino per le nuove tecnologie e le potenzialità dei social per una comunicazione alternativa.
Ovviamente, per portare a casa un minimo di guadagno e sostentarmi, rimango aperta a ogni eventualità. In passato, per riuscire ad avere la mia indipendenza ho fatto la cameriera in Germania, lavorato come Hostess a Expo Milano e accettato piccoli incarichi di traduzione tecnica in inglese, tedesco e giapponese. Nessuno di questi è ciò che farei per una vita intera, al contrario di altre persone più votate in simili campi, ma sono grata per ciascuna esperienza.
Se ho voluto lavorare in maniera autonoma, tuttavia, è proprio per dare forma alle capacità che ritengo più vicine al mio modo d’essere. Così facendo, posso curare una dimensione etica che in più colloqui mi è stato chiesto di chiudere a chiave in uno scantinato. Posso scegliere con chi lavorare e quali collaborazioni avviare. Mi posso presentare come professionista senza sentirmi proporre l’ennesimo stage, per l’ennesimo “scambio di visibilità”, a meno che non sia io a volerlo.
Soprattutto, posso impegnarmi a ritagliare dello spazio per scrivere, per comunicare, per trovare storie che valga la pena far conoscere, dietro casa o dall’altra parte del mondo.
100 storie per 100 giorni / Racconti condivisi e Challenge
In virtù delle riflessioni su me stessa e su ciò che voglio fare con Generalmente, ho tratto una semplice conclusione: voglio che questo Studio di comunicazione diventi qualcosa di più, un mezzo per far risaltare e condividere il mio approccio allo storytelling e al racconto.
Per questo, venerdì 13 luglio ho lanciato su Instagram il progetto #100storieper100giorni.
Un’idea nata per caso, dalla voglia di tornare a scrivere, come prima e più di prima, se possibile. Continuerò a sperimentare con la narrazione visiva, fotografica e video, che ho approfondito in questi anni, ma cercherò di riprendere la scrittura in senso stretto, per bisogno e sfida personale.
Ogni giorno, pubblicherò una storia molto breve, legata a un’immagine. L’intento è uscire allo scoperto e mantenere una costanza creativa, al di là di qualsiasi blocco che possa incorrere, imponendo un reboot al mio modo di lavorare.
La prerogativa è quindi esporsi, fissare un appuntamento con il racconto, qualsiasi racconto, sfruttando le opportunità della rete.
Chiunque avrà il piacere di unirsi in questa sorta di Challenge sarà infatti benvenut*.
Le linee guida sono molto semplici:
- Una storia al giorno da pubblicare per 100 giorni / possibilmente continuativi, ma ognun* si regola da sé
- Pubblicazione via INSTAGRAM / In via alternativa, anche Facebook va bene, ma troverete la mia challenge solo sul primo
- Utilizzo dell’Hashtag #100storieper100giorni
- Minimo di CINQUE righe per la caption/descrizione (più breve di così, solo per le Stories di Instagram per via del formato)
- Formati ammessi molto liberi, possono essere: (1) Post Instagram + Descrizione lunga che racconta la storia / (2) Combinazione di Post con descrizione + Estratto del racconto nelle Stories di Instagram (vedere l’esempio su Generalmente) / (3) Racconto breve solo nelle Stories di Instagram / (4) Post semplice di Facebook / (5) Post su Facebook con immagine o video associati [perchè siano visibili, impostare la privacy su “Pubblico“]
- Siccome sono curiosa di sapere quali altre storie popolano la rete, un TAG al profilo @generalmente.comunicazione o alla pagina Generalmente di Lara Corsini è altamente gradito – viva il networking!
Niente meno, niente più. I 100 giorni decorrono dalla pubblicazione del primo post, senza scadenze o giorni in comune con me, ma con un impegno personale alla costanza.
Per aiutare al conteggio, suggerisco di inserire un Countdown su ciascuna storia: 100/100, 99/100 e così via.
Le storie che mi ispireranno di più potranno essere ripostate, con citazione diretta della fonte.